U13 M …campioni provinciali !!
Under 13. Una vittoria meritata
Cronaca (diversa) di una finale
Virtus Venezia – Mirano
Come da pronostico le semifinali arridono agli arsenalotti – impegnati contro il basket Salzano (71-38) – e Mirano che batte la Reyer nettamente per 61 a 33. Le premesse per una finale al cardiopalma ci sono tutte. Giocare una finale, inevitabilmente, è situazione foriera di tensione. Giocarla, poi, contro la squadra che organizza l’evento può implementare il tasso emotivo nelle situazioni di difficoltà. Il perché è semplice. Nei momenti difficili, nelle situazione “chiave” del match dalle tribune si scatena l’inferno. Si, perché, in quel di Mirano, nella palestra Azzolini, metà gradinata era colorata di bianco e azzurro e il frastuono che riusciva a confezionare (la gradinata di persone) era quasi assordante. Anche i veneziani non erano da meno. Anzi, pur inferiori in numero, con trombe e trombette, con corde vocali e mani, con tamburi artigianali e chiassosi piccoli pargoli al seguito, riuscivano a pareggiare, e a volte a superare, il livello di decibel fatto registrare dalla scalinata bianco-azzurra. E poi l’Inno a San Marco e El Gondolier fanno il resto. E’ quel pizzico di cuore in più.
In questa bolgia bravi sono stati i giovini a portare a casa la partita. Se lo hanno fatto è anzitutto perché hanno imparato, nel corso dell’anno a riconoscere le emozioni con più facilità (alcune emozioni che il mondo dello sport sa creare e che spesso si ritrovano nella vita. Ansia, paura, gioia, dolore ecc.) e stanno, a piccoli passi, chi più chi meno, iniziando a imparare a gestirle. E’ un viaggio che richiede di essere ben attrezzati e l’attrezzatura, a volte, la si crea in una vita intera. Naturalmente alcune emozioni, quelle che spesso, erroneamente, vengono definite negative (quali paura, ansia e simili), non possono essere gestite in totale autonomia da ragazzi di 13 anni. Serve in qualche modo che qualcuno vicino a loro, nel momento in cui le vivono, in un certo senso, le assorba (in questo devi essere conscio che poi un’insalata in un giorno e un tiramisù il successivo saranno sufficienti a riempirti lo stomaco). Meglio ne assorba una parte per lasciare al “bocia” la quantità emotiva cui può far fronte nel momento in cui l’emozione bussa alla porta. Insomma è tutto molto complicato. Ma se lo sport può essere d’aiuto lo è proprio in questo. Offrire la possibilità di apportare dei mattoncini nella costruzione dell’intelligenza emotiva di chi lo pratica. Aiutare nell’apprendimento emotivo.
La cronaca della partita è tutta qui. Giochi un primo quarto alla pari. Di studio e tensione emotiva che devi pian piano stemperare. Un secondo in cui domini. Un terzo in cui ti riprendono grazie ad alchimie tattiche che in queste categorie funzionano all’ennesima potenza. Subisci il sorpasso quando la rotta verso il porto sicuro sembrava tracciata. E mentre dai l’impressione che tutto stia per crollare giochi il jolly che chiude il match. Un jolly poliedrico perché si compone di varie sfaccettature. Tecniche, di capacità di eseguire quanto gli istruttori ti propongono, di coesione di gruppo, di cuore e altro. Ma soprattutto di intelligenza emotiva. E dopo un time out rientri in campo facendo le cose giuste come nulla fosse. Confezioni un buon ultimo quarto giocando in pieno controllo i minuti finali. Poi suona la sirena, il risultato ti arride e i festeggiamenti hanno inizio.
Ma, come si suol dire, domani è un altro giorno. Si gira subito pagina per scrivere un nuovo capitolo. Il prossimo fine settimana, infatti, inizia la fase interregionale. Come disse qualcuno (?)nell’oggi cammina già il domani. Intanto, bravi ragazzi e forza Virtus.
Grazie a tutti quelli che ieri hanno sotenuto con la loro presenza la squadra. Grazie, come sempre a Doriana, Andrea e Radio Taxi Cesco.
SETTORE BASKET MASCHILE
VIRTUS VENEZIA